Elegantiole: noviter correcte et in pristinum statum redacte. Libellus eiusdem de novem verbis contra vulgatam multorum opinionem. Eiusdem libellus flosculorum

Autore: DATI, Agostino (1420-1478)

Tipografo: Giovanni Tacuino

Dati tipografici: Venezia, 16 aprile 1509


In 4to (mm. 212x149). Cc. [28]. Segnatura: a-g4. Grande figura xilografica al titolo raffigurante un maestro in cattedra circondato da discepoli, firmata con il monogramma L e quindi ascrivibile all'incisore fiorentino Lucantonio degli Uberti, che fu attivo tra il 1503 e il 1557 a Verona, Venezia e Firenze. Con tre belle iniziali su fondo nero. Colophon a c. g4r. Inserito recentemente in una legatura antica in mezza pelle su assi di legno che tuttavia non è la sua originale; il taglio colorato in azzurro è invece antico. Tracce di umidità, ma buona copia marginosa.

 

RARA EDIZIONE di questo fortunatissimo manuale scolastico composto dall'insegnante di grammatica senese Agostino Dati, che fu allievo di Francesco Filelfo. L'edizione include anche il Libellus de novem verbis e il Libellus flosculorum, i quali erano apparsi per la prima volta nell'edizione collettiva degli scritti del Dati stampata a Siena nel 1503.

Le Elegantiolae furono ristampate oltre cento volte nei soli trent'anni che separano la prima edizione (Colonia, 1470) e la fine del secolo, e rimasero un best-seller anche nel corso del Cinquecento. Se il testo in sé per questo motivo non è raro, rare sono invece tutte le edizioni più antiche delle Elegantiolae per via del loro scopo eminentemente pratico.

Agostino Dati nacque a Siena ai primi del 1420. Alla conoscenza del latino appreso sotto la guida di Francesco Filelfo, che fu professore a Siena dal 1434 al 1438 e lo considerava come il migliore dei suoi allievi senesi, il Dati aggiunse presto anche quella del greco e dell'ebraico. Grazie alla fama di dotto ben presto acquisita, nel 1443 il duca di Urbino lo invitò a recarsi in quella città ad insegnare lettere, con l'offerta di favorevoli condizioni. Successivamente si recò a Roma, invitato da papa Niccolò V, in qualità di “magister pontificiarum epistolarum”. Rientrato a Siena poco dopo, il Dati aprì una scuola di retorica, a cui dedicò gran parte del proprio tempo, animato dal desiderio di inculcare nei giovani l'aspirazione ad un elevamento culturale e spirituale, oltre a quello di fornire le norme di un linguaggio perfetto sulla base dell'imitazione dei classici. Contemporaneamente il Dati ricoprì anche diversi incarichi politici ed amministrativi; in particolare dal 1452 fu cancelliere della Repubblica. Morì di peste a Siena nell'aprile del 1478.

I suoi scritti, prevalentemente retorici, filologici e storici, incontrarono subito una notevole fortuna, non solo in Italia, che durò anche dopo la sua morte e che è da attribuire alla vastità delle conoscenze che in essi si rivela e allo stile letterario piano e solenne. In particolare, le Elegantiolae ebbero un successo editoriale superiore a quello di qualsiasi altro manuale scolastico italiano del Quattrocento. Per l'interessamento della moglie Margherita, il figlio Niccolò provvide alla raccolta degli scritti paterni. La raccolta fu pubblicata, col titolo Opera, prima a Siena nel 1503 a cura di Girolamo Dati, nipote di Niccolò, che morì nel 1501, e in seguito a Venezia nel 1516.

L'Isagogicus libellus, redatto per insegnare come comporre lettere e orazioni, oltre a dare norme sul modo di scrivere, presenta una scelta di “flores” dalle opere di Cicerone, Terenzio ed altri scrittori classici. Composto dal Dati in poco tempo, il libro vide la luce la prima volta nel 1470 a Colonia, stampato da Ulrich Zell insieme con i Praecepta de ordine studendi di Guarino Veronese; ristampato subito dopo a Ferrara nel 1471 da André Belfort, ebbe un'immediata e straordinaria diffusione in tutta l'Europa, raggiungendo, alla fine Quattrocento, più di cento fra edizioni e ristampe (mentre molte altre edizioni ebbe ancora nel Cinquecento), principalmente sotto il titolo di Elegantiolae (cfr. P. Viti, Dati, Agostino, in: “Dizionario Biografico degli Italiani”, XXXIII, 1987, s.v.).

Pregevole il legno sul titolo di Lucantonio degli Uberti, già apparso nell'edizione dei Synonima Ciceronis di Bartolomeo Facio stampata da Tacuino il 1° settembre del 1507 (cfr. C.E. Rava, Arte dell'illustrazione nel libro italiano del Rinascimento, Milano, 1945, p. 32)

 

Edit 16, CNCE16029; Sander, 2380; Essling, 553.


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