Lettere del Signor Don Alessandro Volta patrizio comasco, e decurione regio professore di fisica sperimentale reggente delle pubbliche scuole di Como membro della Società di Fisica di Zurigo e dell'Accademia R. delle Scienze di Mantova sull'aria infiammabile nativa delle paludi
Autore: VOLTA, Alessandro (1745-1827)
Tipografo: Giuseppe Marelli
Dati tipografici: Milano, 1777
Copia di dedica
In 8vo (mm. 201x126); pp. 147, (1), c. (1) aggiunta successivamente. Segnatura: a-h8 i10 [χ]1. Vignetta calcografica al frontespizio accompagnata dal motto: “Alpino modo quae certare rigori. Audebatis aque non cediti ignibus ipsis”. Armi del dedicatario, il marchese Francesco Castelli, alla carta a2r. Con inoltre 12 finissime incisioni su rame nel testo, alcune delle quali raffiguranti degli esperimenti. Capilettera xilografici. Al recto dell'ultima carta, aggiunta probabilmente in un momento successivo alla pubblicazione, è stampato: “Didicistis, nihil forte im Physicis intellectu difficilius, quam quidnam proprie sit illud corporei, quod unice combustils sit in materia combustili. Boerh. de Alim. dic. Ign. Exp. XIII.”. Alone all'angolo inferiore destro dei fascicoli a-f, che progressivamente tende ad attenuarsi, ed alone all'angolo superiore sinistro dei fascicoli a-c. Cartoncino coevo colorato un po' sbiadito, lievi abrasioni. Nota manoscritta al dorso. Buona copia genuina. Dedica manoscritta autografa dell'autore al risguardo anteriore (“Dono dell' chiarissimo Autore a Pietro Cernezzi oggi 17. Marzo 1777.”). I Cernezzi, famiglia decurionale già presente a Como nel 1447, ottennero il 28 gennaio 1817, con una sovrana risoluzione, la conferma della propria nobiltà. Pietro, membro del Consiglio Comunale di Como nel 1813 (Bollettino delle Leggi del Regno d'Italia. Parte II. N° 17 al N° 22), ebbe una lunga relazione epistolare con il Volta.
EDIZIONE ORIGINALE di questo importante trattato, composto di sette lettere, nel quale l'autore espone a Carlo Giuseppe Campi le ricerche da lui compiute sul gas che risale dalle paludi (metano), che in precedenza non era stato distinto dall'idrogeno. L'opera stimolò i ricercatori a nuovi esperimenti che portarono successivamente alla scoperta della composizione dell'acqua.
“Per la storia della chimica è della massima importanza la scoperta degli idrocarburi. Il primo e più importante idrocarburo, dal quale tutti gli altri e tutti i composti organici derivano, è contenuto nel gas delle paludi, che fu poi detto metano. Fu nel 1776 che il Volta scoprì il gas delle paludi in seguito ad un'osservazione accidentale del P. Campi. Egli descrive questo nuovo gas e le località in cui l'ha trovato in sette lettere al suo amico P. Campi...” (Guareschi, La chimica in Italia dal 1750 al 1800, in Suppl. ann. Enc. Chim., 1912, pp. 395- 403).
“The discovery of marsh gas... is described by Volta in some letters to Campi, dated from Como (November 1776 to January 1777)... He distinguished it from the inflammable air from metals (hydrogen) by its azure-blue flame and slower combustion, and by its requiring 10-12 vols. Of air for detonation. A much larger electric spark was necessary to ignite marsh gas than to ignite hydrogen. Volta, who invented the electric pistol, thought detonating gas could be used as a propellant...” (Partington, History of Chemistry, III, p. 814).
Duveen, p. 606; Poggendorff II, 1231. DSB XV, pp. 74-76. Riccardi, Sulle opere di Alessandro Volta, p. 22 (11): “Raro libretto”. Scolari, Alessandro Volta, p. 79 (40). Polvani, Alessandro Volta, pp. 155-166; Honeyman, 3072.
[6895]