Tre fondamenti di vera sapienza che sono ascoltare altrui secondo virtù, pensare utilmente a se stesso, e disputare moderatamente delle cose d'Iddio; ritrovati in tre nobilissimi ragionamenti di Plutarco, S. Basilio, e S. Gregorio Nanzianzeno tradotti dal greco nel toscano idioma in grazia spezialmente della studiosa gioventù da Angiol Maria Ricci lettore di lettere greche nello studio fiorentino

Autore: RICCI, Angelo Maria (1688-1767)

Tipografo: nella stamperia di Francesco Moücke

Dati tipografici: Firenze, 1731


In 8vo (mm. 174x105). Pp. 176. Frontespizio stampato in rosso e nero. Fregio xilografico sul frontespizio. Pergamena rigida coeva con nervi passanti e titolo manoscritto al dorso. Lievi fioriture sparse, leggero alone al margine superiore delle ultime carte, ma buona copia genuina.

Rara prima ed unica edizione. Il Ricci, originario di Firenze, ottenne la laurea in teologia nello Studio fiorentino e fu consacrato sacerdote. Approfondì la conoscenza del greco e nel 1714 pronunciò nell'Accademia degli Apatisti un discorso Della necessità e facilità della lingua greca (Firenze 1714). Nel 1722 fu nominato coadiutore di Anton Maria di Salvini nello Studio e, dopo la scomparsa di quest'ultimo nel 1729, gli successe nella cattedra di lettere greche, che mantenne sino alla morte. Compose diverse opere scolastiche e con fini didattici e si dedicò con una certa costanza alle traduzioni dal greco. Accademico della Crusca dal 1737, ne fu censore nel 1761-62; fu anche socio dell'Accademia dei Georgofili. Nel 1755 fu nominato proposto dell'oratorio di S. Maria del Bigallo. Morì a Firenze il 20 maggio 1767. Fu in corrispondenza con vari eruditi del tempo, tra cui Jacopo Facciolati, Ludovico Antonio Muratori e Scipione Maffei (cfr. G. Piras, Ricci, Angelo Maria, in: “Dizionario Biografico degli Italiani”, vol. 87, 2016, s.v.).

Catalogo unico, IT\ICCU\NAPE\015044.


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