Bertoldo con Bertoldino e Cacasenno in ottava rima con argomenti, allegorie, annotazioni, e figure in rame

Autore: CROCE, Giulio Cesare (1550-1609)-BANCHIERI, Adriano (1568-1634)-BAROTTI, Giovanni Andrea (1701-1772) et al.

Tipografo: Lelio dalla Volpe

Dati tipografici: Bologna, 1736

Formato: in quarto

Il più bel figurato dell'editoria settecentesca bolognese

In 4to (mm. 283x207). Pp. [18], 346, [2], 128 con antiporta calcografica, 20 tavole fuori testo ed 1 tabella ripiegata fuori testo. Segnatura: π2 *-**4 A-Tt4 Vv6 a-q4. Marca calcografica al frontespizio (volpe con la città di Bologna sullo sfondo). Ritratto dell'autore in ovale alle carte preliminari, quindici grandi finalini calcografici. L'apparato illustrativo è un rifacimento del lavoro di Giuseppe Maria Crespi detto lo Spagnolo, ad opera di Ludovico Mattioli (cfr. G. Boffito, Le acqueforti del Crespi e le stampe dell'edizione illustrata del “Bertoldo”, in: “L'Archiginnasio”, XXI, 1926, pp. 14-25). Legatura del primo Ottocento in piena pergamena rigida con ricche impressioni in oro ai piatti, dorso con tassello e titolo in oro, piccoli fregi in oro, risguardi e tagli marmorizzati (segni di tarlo ai piatti). Lievi fioriture sparse, piccoli fori tondi di tarlo nel margine inferiore di numerose carte ben lontano dal testo, ma nel complesso ottima copia marginosa e solidamente rilegata.

PRIMA EDIZIONE del rifacimento in venti canti in ottava rima dei celebri romanzi di Giulio Cesare Croce ed Adriano Banchieri, ad opera di venti autori, fra cui G. Baruffaldi, C. I. Frugoni, G. L. Amadesi, G. P. Riva, P. B. Balbi, G. P. Zanotti e V. Marescotti (i nomi degli autori si ricavano dall'Avviso a chi legge e dall'Indice degli autori). Gli Argomenti dei canti sono di Vincenzo Marescotti, la Allegorie di Sebastiano Paoli. Le Annotazioni di Giovanni Andrea Barotti, che occupano le ultime 128 pagine, «per la gran quantità di detti, di proverbi, di locuzioni popolari, di usi poetici, richiamati con scrupolosa esattezza ed esaminati nella genesi e nelle fonti, sono ancora utili non solo per la esegesi della poesia giocosa, ma anche per la conoscenza della vita sociale del Settecento» (D.B.I., VI, p. 486).

Le sottilissime astuzie di Bertoldo furono stampate per la prima volta nel 1606 a Milano da Pandolfo Malatesta con dedica a Filippo Contarini. Le piacevoli e ridicolose simplicità di Bertoldino, figliuolo del già astuto Bertoldo apparvero nel 1608. Si tratta di libere rielaborazioni della leggenda del Dialogus Salomonis et Marcolphi. Successivamente Adriano Banchieri aggiunse la Novella di Cacasenno figlio del semplice Bertoldino (1641), che tuttavia non possiede la forza dei due scritti del Croce. I tre testi, da allora conosciuti con il titolo tradizionale di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, ebbero straordinario successo di pubblico e furono ristampati insieme numerose volte.

Catalogo unico, IT\ICCU\LO1E\003748; Gamba, 2156; Brunet, I, 820; Cicognara, 1083; G. Canterzani, Catalogo ragionato dei libri a stampa pubblicati in Bologna dai tipografi Lelio e Petronio dalla Volpe, Bologna, 1979, p. 77, nr. 16.


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