4to (265x195 mm). [12], 198, [2] pp. Collation: [π]2 †4, A-Bb4. Engraved vignette on title page showing a mountain surrounded by woods with the motto from Horace “Tanti, quantum habeas, sis”. Contemporary cardboards “alla rustica” with inked title on spine (a bit darkened). Manuscript note on the front fly leaf attributing the work to Franzi. Pale stain to p. 49, otherwise a very good, fresh copy, uncut with deckle edges and unopened.
Rare first edition, in the very first issue without the final errata leaf and without the author's dedication to the Duke of Savoy, dated Pallanza, 5 July 1769, which appears in only some copies, of this treatise on monetary theory, published anonymously but written by Sebastiano Franzi. Due to its rarity, the volume was reprinted in anastatic form in 1987. Almost nothing is known about Franzi: this treatise seems to be his only published work.
In the two parts into which the work is divided, Franzi deals with metals, the use of money, its intrinsic and extrinsic value, the most common popular errors about money, mints, monetary systems, the abundance and scarcity of money, how to regulate its circulation, etc.
“Ripete il Franzi consistere il valore nella stima delle cose ed azioni, risultante dalla ragione composta della necessità o utilità, della rarità, difficoltà o fatica di procacciarsi le cose medesime. Per la dissomiglianza di queste e delle azioni, nonché per quella delle circostanze che promuovono il giudizio degli uomini, il valore è diverso, e precisamente di tre generi, cioè arbitrario o di affezione; fisico o virtuale; e comune o volgare. Il valore differisce dal prezzo, che è dovuto all'intervento della moneta. Il valore della moneta si distingue in valore intrinseco e valore estrinseco; ed il valore intrinseco è formato dalla stima che delle monete fanno gli uomini per la rarità, difficoltà e fatica di trovare, condurre e purificare la loro materia. Il valore estrinseco è quello che fu chiamato valutazione, o valuta, o valor numerario, o semplicemente numero. Del bisogno come causa influente alla determinazione de' valori, parla così: ‘Il bisogno è un appetito secreto, un avvertimento della natura o delle convenienze del proprio stato, che ci fa sentire la privazione di ciò, che ci manca, e ci porta a ricercarne il godimento. La privazione fatta sentire dalla natura è sempre vera, e reale; quelle delle convenienze alcune volte non è che apparente. Le passioni, le quali sono tutto ciò che affetta vivamente l'animo sopra l'esistenza vera, o opinata di un bene, o di un male, facendo le impressioni adattate alla natura del piacere o della tristezza, muovono alcune volte l'animo stesso per mezzo del sentimento di propensione o di avversione ad abbandonare le idee al soggetto proprie, ed a portare il suo giudizio sopra le accidentali, ed improprie; onde non è meraviglia, che l'uomo falsamente venga a giudicare, che alle convenienze dello stato suo manchino in tutto, o in parte, o non manchino punto certi beni'. Data tal parte all'elemento psicologico, cioè al bisogno quale risulta dal giudizio umano e dall'umana passione, la norma definitiva del valore è naturalmente pel Franzi la domanda e relativa utilità delle cose e la difficoltà del loro conseguimento […]” (A. Montanari, Contributo alla storia della teoria del valore negli scrittori italiani, Milan, 1889, pp. 59-60).
Catalogo unico, IT\ICCU\SBLE\015397; Goldsmiths'-Kress, 10584.2; Higgs, 4748; Einaudi, I, 2290; Melzi, II, 206; Cossa, 145; Fondazione Raffaele Mattioli, catalogo della biblioteca, 489; S. Franzi, La moneta, oggetto istorico, civile, e politico. Parti due, edited by Associazione nazionale aziende ordinarie di banche e banchieri, Bergamo, 1987.
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