Storia della letteratura italiana [...] Seconda edizione modenese riveduta corretta ed accresciuta dall'autore

Autore: TIRABOSCHI, Girolamo (1731-1794)

Tipografo: presso la Società Tipografica

Dati tipografici: Modena, 1787-1794


Nove tomi in sedici volumi in folio (mm. 291x219). Il tomo 5 è diviso in due volumi, il tomo 6 in tre, il tomo 7 in quattro, il tomo 8 in due. Il tomo 9 contiene l'Indice generale. Marca tipografica ai titoli. Mezza pelle posteriore con fregi e titolo in oro al dorso. Al risguardo libero del primo volume nota coeva “Inscriptus Bibliothecae Imperialis Collegii Germanici et Ungarici Anno 1787” e più sotto, di mano posteriore, “Il Collegio ha la sua copia; per errore si era ascritto al Collegio anche questo”. Lievi aloni sparsi, occasionali fioriture, ma ottima copia intonsa con barbe.

Seconda edizione, l'unica rivista e corretta dall'autore dopo la prima edizione apparsa a Modena  presso la Società Tipografica tra il 1772 e il 1782. Si tratta della prima storia generale della letteratura italiana, che il Tiraboschi cominciò a scrivere nel 1770, quando il duca di Modena Francesco III lo nominò prefetto della Biblioteca Estense.

Nell'opera, che fu ristampata innumerevoli volte prima della fine del secolo, il Tiraboschi raccolse un'immensa messe di notizie bio-bibliografiche intorno alle vicende della nostra letteratura, dall'età etrusca sino all'inizio del Settecento. Divisa per secoli e non per generi o per biografie, come nelle precedenti storie tradizionali, nell'opera si coglie un forte sentimento di italianità, che fa da preludio allo spirito romantico-risorgimentale del secolo successivo.

Girolamo Tiraboschi, originario di Bergamo, prosecutore della grande tradizione storiografica muratoriana, gesuita dal 1746, fu chiamato a Modena nel 1770 con l'incarico di dirigere la Biblioteca Estense. Nella città emiliana rimase per tutta la vita, attendendo a studi ancora oggi consultabili con profitto per la sterminata dottrina che vi è profusa e per il rigore del metodo. Dal 1773 al '90 fu prima collaboratore e poi direttore del Nuovo giornale dei letterati d'Italia.


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