Lotto di cinque numeri del periodico L'Italiano. Anno XI. Numeri 38/39, 40/41, 42/43, 44/45, 46/47.

Autore: L'ITALIANO

Tipografo: s.d.t.

Dati tipografici:  gennaio/febbraio-dicembre 1936


Cinque volumi in 8vo (mm 238x182). Brossure editoriali illustrate. Il volume 42/43 è rilegato in tela, pur conservando le copertine originali. La numerazione dei diversi numeri è continua. Illustrazioni in bianco e nero nel testo e fuori testo. Inserti pubblicitari su carta colorata al principio dei volumi. Carta leggermente ed uniformente brunita, lievi fioriture marginali. Pesanti mancanze al dorso dei nn. 38/39, 40/41, 44/45.

L'Italiano fu una rivista storico-letteraria fondata da Leo Longanesi (1926-1942) a Bologna nel 1926. Per il titolo Longanesi prese ispirazione da un discorso tenuto da Benito Mussolini, nel quale sosteneva che l'avvento del fascismo avrebbe dato origine all' “italiano nuovo”. Il periodico si distinse da subito per un indirizzo patriottico e tradizionalista, a difesa della genuinità paesana tosco-romagnola, alle prese con le minacce della civiltà moderna. La componente figurativa ed iconografica fu curata da Mino Maccari e dallo stesso Longanesi, l'ideologo fu invece Camillo Pellizzi.  Il periodico inizialmente fu pubblicato nel tradizionale formato giornale. Impaginato su quattro colonne, si distingueva per l'eleganza della composizione, arricchita dall'uso dei disegni, e per il recupero dei caratteri Bodoni e Aldini. Pubblicato inizialmente con periodicità settimanale, dopo qualche mese divenne stabilmente quindicinale. Con il numero del 9 gennaio 1930 si decise di ridurre il formato e si aumentò il numero delle pagine, che passarono da quattro a dodici. Longanesi sceglie come nuovo sottotitolo “Foglio quindicinale della rivoluzione fascista”. Nei  primi anni Trenta Camillo Pellizzi, trasferitosi a Londra come corrispondente del Corriere della Sera, fu sostituito da Giovanni Ansaldo. Dal marzo 1931 la rivista uscì in formato quaderno (mm 245x180), con una foliazione aumentata a quaranta pagine. La periodicità passò da quindicinale a mensile (il sottotitolo cambiò di conseguenza in “Foglio mensile della rivoluzione fascista”). A partire dal 1930 la politica, che fino a quel momento aveva ricoperto un  ruolo centrale nella rivista, uscì dal periodico, che diventò una raffinata rivista d'arte e letteratura. A partire dal 1932 Longanesi aprì “L'Italiano” ai migliori giovani scrittori, indipendentemente dalle loro tendenze politiche: Alberto Moravia, Elsa Morante, Giovanni Comisso, Vitaliano Brancati, Dino Buzzati, Antonio Benedetti, Mario Soldati, Guglielmo Martucci, Mario La Cava, Mario Tobino. La frequenza mensile saltò più volte: per preparare il numero “L'italiano in guerra. 1915-1918” (L'Italiano n. 25-26, aprile 1934), Longanesi impiegò un anno e mezzo. Tra il 1937 e il 1942 la pubblicazione proseguì con irregolarità uscendo una o due volte all'anno, con fascicoli tripli o quadrupli. L'ultimo numero de L'Italiano porta la data di novembre-dicembre 1942.


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