Dissertazioni sopra le antichità italiane, già composte e pubblicate in latino dal proposto Lodovico Antonio Muratori, e da esso poscia compendiate e trasportate nell'italiana favella. Opera postuma data in luce dal proposto Gian-Francesco Soli Muratori suo nipote. Tomo primo [-terzo].

Autore: MURATORI, Ludovico Antonio

Tipografo: Giambattista Pasquali

Dati tipografici: Milano, 1751

Formato: in quarto

Tre volumi in 4to (mm 247x177). Pp. (24), 615, (1); (4), 632; (4), 640. Segnatura:π² a4b6A-Hhhh4;π² A-Kkkk4;π² A-Llll4. Marca tipografica al frontespizio dei tre volumi: Minerva in piedi davanti ad un sole raggiante che regge uno scudo e un libro, con il motto: “La felicita delle lettere”. Frontespizio del primo volume stampato in rosso e in nero, in nero quelli degli altri due volumi. Ritratto calcografico dell'autore, disegnato da Angela Termanini Muratori e inciso da Pietro Monaco, al recto della carta π1 del primo volume; capolettera e finalini xilografici. Qualche alone marginale, lievi fioriture, alcune carte del terzo volume un po' brunite. Mezza pelle con punte coeva, tassello e titolo in oro al dorso. Piatti rivestiti con carta marmorizzata. Tagli spruzzati in rosso. Piccoli forellini di tarlo al dorso, minime mancanze alle cuffie superiori. Inizialimanoscritte al frontespizio dei tre volumi, etichetta cartacea riportante la collocazione al contropiatto anteriore dei tre volumi. Bell'esemplare ad ampi margini.

PRIMA EDIZIONE IN ITALIANO, che tuttavia può essere considerata una prima edizione in sé per l'aggiunta di dieci dissertazioni non presenti nell'edizione latina, di una delle opere più celebri del Muratori. L'opera, che costituiva il completamento degli Annali d'Italia, fu pubblicata per la prima volta in latino nel 1738. Successivamente il Muratori iniziò a tradurla e ad ampliarla, morendo tuttavia prima di aver potuto completare il suo lavoro. Pietro Gherardi s'incaricò della traduzione delle ultime dissertazioni, mentre il nipote G.F. Muratori ne curò l'edizione. L'opera, contenente settantacinque dissertazioni, fu pubblicata nel 1751.

“Il ‘fondaco' (Soli Muratori, 1756, p. 78) documentario dei Rerum Italicarum Scriptoresfu la base delle Antiquitates Italicae Medii Aevi. I sei volumi, dedicati a Federico Augusto III di Polonia, apparvero a Milano tra il 1738 e il 1742. Il loro compendio italiano, iniziato da Muratori, andò in stampa postumo nel 1751. L'opera nacque dall'ingente materiale raccolto per le Estensi. La ‘messe' fu eccezionale e dunque gli ‘venne in pensiero di trattare ancora delle Antichità italiane' (Opere, 1964, p. 29), che avrebbero dovuto costituire la seconda parte delle Antichità estensi. Muratori volle ‘esporre i costumi e riti dell'Italia, dopo la declinazione del romano imperio sino al 1500' per ‘trattare dei diversi e vari governi di que' tempi, delle leggi, de' giudizi, de' contratti, delle forme di guerreggiare, de' vescovati, delle badie, delle donazioni pie, degli spedali, delle repubbliche, delle fazioni, delle monete, dei feudi, degli allodi e simili altre innumerabili notizie, che tutte insieme formassero un'intera dipintura dell'Italia d'allora, in tante cose diverse da quella d'oggidì' (ibid.). Fece così una ‘Kulturgeschichte Italiens im Mittelalter' (Croce, 1918, p. 209) ed evitò sia l'antiquaria della gioventù, sia l'annalistica della vecchiaia. Le 75 dissertazioni discutono fra l'altro l'organizzazione gerarchica e politica del mondo feudale (I-X), la sua articolazione sociale (XI-XVI) ed economica (XVII-XIX), lo statuto giuridico della donna, arti, abbigliamenti, moneta, tribunali (XX-XXXI), duelli e giudizi di Dio (XXXVIII-XXXIX), ospedali (XXXVII), contratti agrari e enfiteusi (XXXVI); la cultura (XLIII-XLIV), l'origine delle lingue romanze (XXXII-XXXIII), la poesia volgare (XL), i nomi (XLI-XLII); il Comune, le sue origini, istituzioni, la trasformazione in signorie (XLV-LVI), le lotte tra guelfi e ghibellini (LI); infine culti dei santi, superstizioni, reliquie (LVIII-LIX), le eresie (LX), le istituzioni ecclesiastiche (LXI-LXV), la loro crisi (LXXI-LXXII), le rendite (LXVII-LXX), i benefici (LXXIII), le parrocchie e le confraternite laicali (LXXIV-LXXV). L'interpretazione di Muratori, che ‘amava esplorare un mondo ignoto' (Tabacco, 1973, p. 210), ruotò sulla storia delle città (specie sulla vita economica e i rapporti con le campagne) e sul loro conflitto con l'Impero, che datò al X secolo. Colse appieno l'evoluzione del beneficio e delle strutture di potere in feudo, e tematizzò la contrapposizione di «due età medievali», percorsa da graduali e lenti cambiamenti tra istituzioni feudali e Comuni. Cercò unità politica dove c'erano conflitti: forse è vero che del mondo feudale gli sfuggì ‘l'intelligenza' (Giarrizzo, 1962, p. 41)” (D.B.I., s.v.)

Sorbelli, II, pp. 173-177, nr. 5.


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