De Optima Reipub. gubernatione, libri duo. Item de amplissimis Laudibus Venetae Urbis, deq; eius disciplina, et recta gubernantium ratione, liber unus

Autore: DURANTINO, Francesco Lucio (fl. prima metà del XVI sec.)

Tipografo: Giovanni Antonio Niccolini da Sabbio e fratelli

Dati tipografici: Venezia, giugno 1522


In 8vo (mm 142x97). Cc. [5], 43 [recte 42]. Segnatura: a-m4. Manca l'ultima carta con la marca tipografica, che ripete quella presente al frontespizio. Capilettera incisi. Bella vignetta in legno (mm. 78x63), raffigurante la Giustizia in trono attorniata da figure di saggi, ripetuta alle carte 1, 18 e 33. Esemplare senza legatura e corto di margini, piccoli fori e restauri al margine interno delle prime due carte, aloni sparsi.

Rarissima edizione originale dedicata ad Antonio Grimani, doge di Venezia, cui l'autore si rivolge anche durante la trattazione. Intento del Durantino è quello di celebrare la repubblica come miglior forma di governo, sia traendo esempi teorici dalla storia antica, soprattutto quella greca, nei primi due libri, sia descrivendo l'organizzazione politica e amministrativa della Repubblica di Venezia nel terzo ed ultimo libro. Primario resta comunque l'elemento elogiativo.

Di questo autore si conoscono un volgarizzamento di Eutropio rimasto manoscritto e conservato presso la Brigham Young University negli Stati Uniti e un volgarizzamento di Frontino (Venezia, Comin da Trino, 1541). Curò inoltre l'edizione dei Da Sabio (Venezia, 1524) dell'Architettura del Vitruvio nella traduzione di Bono Mauro e Benedetto Giovio, poi ristampata dallo Zoppino nel 1535.

Il Foscarini nel primo volume (p. 334) della Letteratura veneziana (1752) scrive in nota: “Il Bayle condanna il Gesnero, perché dice che il Durantino e il Patrizi erano forse una sola persona: e sostiene che l'opera del Durantini è in tre libri, e quella del Patrizi in nove. Ma il Gesnero non disse che il libro dell'uno sia lo stesso col libro dell'altro; sostiene bensì, o conghiettura, che Durantino fosse nome assunto dal Patrizi, a cui debbano ascriversi tutte e due le opere. Così credono a torto anche quelli, che trattano degli Scrittori mascherati”. Dopo aver fornito il titolo dell'opera ed i dati tipografici, così prosegue: “E' diverso dall'opera del Patrizi, e non deriva certamente da lui: mentre il Durantino fu autore vero, e non nome supposto; e scrisse due altre opere impresse dagli stessi stampatori in Venezia. Una si è la traduzione di Frontino De Astutiae militari 1536, l'altra De componendis carminibus, 1523”.

Cicogna, 1118 (“Il Durantino propone la Repubblica Veneta per esempio di quella perfezione ch'egli si professa nella trattazione de' reggimenti delle Repubbliche. Il libro è alquanto raro”); Sander, 2519; Essling, 2159; Edit 16, CNCE17950.


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