La prima [-seconda & ultima] parte delle vite di Plutarcho di greco in latino: & di latino in volgare tradotte & novamente con le sue historie ristampate. MDXXV

Autore: PLUTARCHUS (ca. 46-120)

Tipografo: Niccolò Zoppino

Dati tipografici: Venezia, luglio e marzo 1525


CON 51 XILOGRAFIE ATTRIBUITE A GIOVANNI ANDREA VALVASSORE

 

Due parti in un volume in 4to (mm. 219x155). Cc. CCCIII, [1]; CCXV, [17]. Segnatura: A-Z8 AA-PP8; a-z8 aa-dd8 Aa-Bb8. Primo titolo entro bordura xilografica. Secondo titolo stampato in rosso e nero entro cornice xilografica su fondo nero. Primo colophon a c. PP7v, secondo colophon e marca tipografica a c. dd7v. Bianche la c. PP8 della prima parte e la c. dd8 della seconda. Testo in carattere corsivo stampato su due colonne. Con 23 vignette xilografiche nel testo nella prima parte e 28 nella seconda attribuite a Giovanni Andrea Valvassore (vedi sotto). Legatura moderna in piena pelle con fregi in oro e a secco in stile rinascimentale, titolo manoscritto antico sul taglio inferiore. Al contropiatto ex-libris “Mr. Thomas William Coventry”; sul titolo firma di appartenenza “Gio. Maria Alli”. Piccolo rinforzo antico al verso del primo frontespizio, piccoli fori di tarlo al margine esterno delle ultime due carte senza danno, lievi fioriture marginali, qualche leggero alone e traccia d'uso, un fascicolo brunito, nel complesso ottima copia.

 

Prima edizione illustrata delle celebri Vite parallele di Plutarco in traduzione italiana. La prima parte, tuttavia, è una ristampa dell'edizione Zoppino-Rusconi del 1518, che Zoppino ripropose nel 1525, riprendendone anche le xilografie, unitamente alla prima edizione della seconda parte. La prima parte presenta la traduzione di Battista Alessandro Jaconello, il cui nome compare a c. A2r; la seconda parte, invece, quella di Giulio Bordoni, il cui nome compare nel colophon. Il fascicolo aggiunto in fine contiene la vita di Marco Bruto.

“Le vite di Plutarco in volgare del 1525, successive al volume con lo stesso titolo edito nel 1518 da Zoppino insieme a Giorgio Rusconi e Vincenzo Compagni, sono corredate da numerose piccole xilografie, più di cinquanta, talvolta bipartite in due scenette per ogni personaggio descritto, cui spesso fa da contrappunto il nome scritto per esteso. Pur non essendo contrassegnate da monogramma, è a mio avviso possibile ricondurne la cifra stilistica a Zoan Andrea Valvassore, incisore che suole firmarsi z.a., particolarmente operoso nella tipografia zoppiniana nel decennio 1515-1525 circa. Il suo profilo biografico resta a tutt'oggi ancora misterioso ma certamente la sigla è tra le più ricorrenti nei corredi figurativi del nostro editore” (G. Atzeni, Gli incisori alla corte di Zoppino, in: “ArcheoArte”, 2, 2013, p. 302).

 

Essling, 598-599; Sander, 5788-5789; Olschki, Choix, 15723.


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