[...] Opera. Cum quatuor commentariis & figuris nuper additis

Autore: HORATIUS FLACCUS, Quintus (65-8 a.C.)

Tipografo: Donnino Pinzi

Dati tipografici: Venezia, 5 febbraio 1405 [i.e.1505]


PRIMA EDIZIONE FIGURATA STAMPATA IN ITALIA

 

In folio (mm. 295x205). Cc. 266 [i.e. 276], [4]. Ripetute nella numerazione le cc. 189-198. Ultima carta bianca. Segnatura: a10 b-y8 z10 &10 con8 rum8 A-G8. Colophon a c. G4r. Grande legno al titolo che mostra Orazio al centro circondato dai quattro commentatori di questa edizione (Pomponius Porphyrio, Cristoforo Landino, Helenius Acron e Antonio Mancinelli), firmato con il monogramma L dell'incisore fiorentino Lucantonio degli Uberti, che fu attivo tra il 1503 e il 1557 a Verona, Venezia e Firenze: il legno fu riutilizzato, con la figura dell'autore al centro sostituita grazie ad un pezzo mobile che poteva essere cambiato a piacimento, nello Svetonio del Rossi del 1506 e nuovamente, tale e quale, nelle Heroides ovidiane dello Zani del 1507. Altro grande legno in calce al verso di c. a2, 15 vignette al tratto tratte dalla Bibbia del 15 ottobre 1490 e dal Tito Livio dell'11 febbraio 1493 ed inoltre 11 figure xilografiche più grandi e ombreggiate presumibilmente incise appositamente per questa edizione, 5 delle quali portano lo stesso monogramma L di Lucantonio degli Uberti che si ritrova anche al titolo. Con inoltre numerose iniziali ornate su fondo nero. Pergamena recente, taglio dorato e goffrato antico. A tratti un po' arrossato, alone al margine superiore delle ultime 15 carte, nel complesso copia più che buona.

 

PRIMA EDIZIONE FIGURATA dell'opera di Orazio stampata in Italia (la prima assoluta accompagnata da figure è quella stampata a Strasburgo da Johann Grüninger nel 1498), spesso confusa per un incunabolo a causa dell'errore di stampa nel colophon. L'edizione presenta i commenti dei quattro classici commentatori oraziani, Pomponius Porphyrio, Cristoforo Landino, Helenius Acron e Antonio Mancinelli, apparsi per la prima volta congiuntamente nel 1498 e poi successivamente più volte ristampati assieme.

“Fra i legni accertati di Lucantonio degli Uberti, uno dei primi e più interessanti, in quanto vi risaltano con grande evidenza e originalità le caratteristiche del suo stile, è quello firmato L, dell'Horatius, Opera, 1505 (Donnino Pincio) raffigurante un poeta fra i suoi commentatori […], legno nel quale, oltre alle teste assai belle (in particolare quella del poeta, spiccante sul fondo nero del dossale elegantissimo), ed al valore decorativo, appunto dei neri (la cattedra e gli scrittoi dei commentatori, su cui staccano in bianco classici ornati), è degna di nota l'estrema sobrietà della composizione, che, nel semplice accostamento delle cinque figure, senza alcun accenno né di pavimento né di pareti, quali fossero in un ambiente astratto, ottiene effetti di severa, plastica grandiosità, e di scultoreo rilievo” (Rava, p. 31).

 

Essling, 1165; Sander, 3457; T. De Marinis, Il castello di Monselice, p. 60; Edit 16, CNCE22676; Schweiger, I, p. 389; Rava, p. 34; Goff, H-457; Hain, 8892.


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