Architectura von Vestungen. Wie die zu unsern zeiten mögen erbawen werden, an Stätten Schlössern, unnd Clussen, zu Wasser, Land, Berg, unnd Thal, mit jren Bollwerken, Cavalieren, Streichen, Gräben und Leuffen, sampt deren gantzen anhang, und nutzbarkeit, auch wie die Gegenwehr zu gebrauchen, was für geschütz dahin gehörig, und wie es geordnet, unnd gebraucht werden soll, alles auss grund un deren Fundamenten.

Autore: SPECKLE, Daniel (1536-1589)

Tipografo: Bernhardt Jobin

Dati tipografici: Strassburg, 1589


In folio. Cc. [8], 112 [i.e. 114, ossia 1-66, (1), 66-112], [1: errata]. Titolo stampato in rosso e nero entro una bella cornice architettonica incisa in rame da Matthias Greuter, armi xilografiche di Julius Duca di Brunswig, 21 tavole calcografiche fuori testo (di cui 1 a piena pagina e 20 su doppia pagina, alcune delle quali tuttavia appaiono come fogli singoli; una di esse è inoltre firmata da Matthias Greuter) e numerose figure in legno nel testo. Pergamena floscia coeva con al centro dei piatti, aggiunto posteriormente, il supralibros della Royal Engineers Library (un po' sporca di fuliggine). Ottima copia marginosa proveniente dalla bibliteca di Walter Hawken Tregellas (1831-1894), scrittore, storico e disegnatore inglese, e dalla Royal Engineers Library (di cui, oltre ai supralibros, sono presenti anche alcuni timbri all'interno del volume).

RARA PRIMA EDIZIONE di questa magnifica opera di fortificazione ed urbanistica, che rappresenta il più importante contributo di area tedesca in materia dopo la Etliche Underricht zur Befestigung der Stett (1527) di Dürer. Essa divenne ben presto il testo di riferimento per la costruzione delle fortezze a nord delle Alpi e lo rimase molto a lungo, fin tanto che non cambiarono le tecniche di guerra e di assedio. Il trattato fu ristampato nel 1599, 1608, 1705 e ancora nel 1756.
"Speckle writes his treatise from a strongly national motivation as is clear from his preface. He wishes to prove that the Germans are not completely without imagination, and that their invention of printing and of a 'grausam Geschütz' ('fearsome artillery') shows them to be the 'the greatest in the world' in these fields. He attacks, above all, the Italian theorists for their academic disputes, declaring their rules to be outmoded and openly ridiculing their approach ('when someone has no Latin, he cannot understand it, and so has no business to talk about it'). He demonstrates the urgency of fortification, as Dürer has done, by reference to the Turkish threat. Speckle claims to be familiar with fifty or sixty types of fortification, but restricts himself to a few only. He writes in German and avoids foreign words, 'so that every German - such as I too have the honour to call myself - can understand"' (H.-W. Kruft, A History of Architectural Theory from Vitruvius to the Present, London-New York, 1994, p. 115).
Oltre a Dürer, Speckle trasse anche ispirazione dall'opera di Francesco de Marchi, Della architettura militare. Egli fu tuttavia soprattutto un uomo pratico, in cui matematica e geometria si univano ad una conoscenza della meccanica e della tecnica maturata sul campo. Alcune delle fortezze e dei castelli riprodotti nel libro appaiono come costruzioni fantastiche frutto della fantasia immaginifica dell'autore. La copia dell'edizione del 1608 conservata a Strasburgo ha tuttavia dimostrato che si tratta in realtà  di costruzioni realmente esistite, in quanto viene specificato il nome di ciascun castello effigiato. Nella seconda parte del trattato Speckle si sofferma poi su come differenziare i progetti a seconda del tipo di terreno su cui si va ad edificare. Descrive infine l'assedio turco di Malta (1565) e la ricostruzione de La Valetta, fornendoci importanti particolari circa il progetto di Francesco Laparelli (cfr. J. Zimmer, Daniel Speckle Architectura Von Vestungen, in: "Architectural Theory from the Renaissance to the Present", a cura di B. Evers e C. Thoenes, Köln, 2003, pp. 511-519).
I 28 capitoli della prima parte sono dedicati alla progettazione urbanistica ed in essi Speckle descrive in dettaglio un progetto di città  ideale con otto bastioni, dietro al quale traspaiono anche le sue idee politiche e sociali. Di classica forma radiale, il piano prevede una piazza centrale, sede del potere religioso, secolare ed economico, in cui trovano posto la chiesa, il palazzo reale, il municipio e il mercato. Il potere militare viene invece confinato sui bastioni; Speckle pone infatti espressamente la legge civile al di sopra di quella militare. Considerazioni di carattere difensivo determinano poi tutti gli ulteriori aspetti del progetto (cfr. K. Krüger, Albrecht Dürer, Daniel Speckle und die Anfänge frühmoderner Städteplanung in Deutschland, in: "Mitteilungen des Vereins für deutsche Geschichte Nürnbergs", 67, 1980, pp. 79-97; inoltre H. de la Croix, Military Architecture and the Radial City Plan in Sixteenth Century Italy, in: "The Art Bulletin", 427/ 4, 1960, pp. 263-290).
"Later in the sixteenth century, the instruments and surveying techniques essential to the preparation of ichnographic city plans were made available to an increasingly large circle of northern artists and topographers through a number of publications. One of the most interesting of these books is Daniel Speckle's treatise on fortifications, published in 1589. Speckle's method of surveying, which permitted a ground plan of 'any building, city or castle' to be drawn, is closely related to Hirschvogel's procedure. Unlike Hirschvogel's confusing description of his own invention, however, Speckle's chapter on surveying is a model of clarity and verbal economy. Speckle's straightforward and step-by-step exposition of surveying techniques parallels those of Tartaglia and Bartoli earlier in the century. It permitted any interested artist or architect to learn and apply them easily" (J.A. Pinto, Origins and Development of the Ichnographic City Plan, in: "Journal of the Society of Architectural Historians", 35, 1, 1976, p. 49).
Nell'Architectura Speckle descrive inoltre vari strumenti di sua invenzione (cfr. I. Schneider, Der Proporzionalzirkel. Ein universelles Analogrecheninstrument der Vergangenheit, München, 1970, pp. 31-32).
Daniel Speckle (Specklin), originario di Strasburgo, dopo aver completato il suo apprendistato da ricamatore di seta, nel 1552 lasciò la sua città  natale per intraprendere un tour che lo portò in varie località , tra cui la fortezza di Komorn e Györ in Ungheria e, nel 1555, Vienna, dove completò gli studi per diventare architetto sotto la guida del maggior progettista austriaco del tempo, Hermes Schallautzer. Cominciò così la sua attività  di costruttore di fortezze, che lo vide impegnato in diversi lavori ad Anversa (1560) e successivamente in Danimarca, Svezia, Polonia e Russia. Nel 1564 fece ritorno a Strasburgo, dove si sposò e riprese per un breve periodo l'attività  di ricamatore. Già  nel 1567 tuttavia, fu chiamato a Düsseldorf e a Ratisbona per la costruzione di nuove fortezze, e poco dopo, il generale imperiale Lazarus von Schwendi, suo patrono, gli commissionò il progetto delle fortezze di Varaždin, Kashau e Tokai in Ungheria. Nell'ottobre del 1577 Speckle fu nominato architetto ufficiale della città  di Strasburgo, ma, con il permesso del consiglio cittadino, continuò a lavorare anche ad altri progetti a Schlettstadt, Ensisheim, Colmar, Basilea, Veldens, Belfort, Colonia, Heidelberg e Hanau, nonché nel Brabante e in Olanda. Nel settembre del 1587 sottopse il testo della sua Architectura al consiglio di Strasburgo. Morì nell'ottobre del 1589 all'età  di 53 anni (cfr. K.E. Mayer, Die Lebensgeschichte des Strassburger Stadt- und Festungsbaumeisters Daniel Specklin, Stuttgart, 1928, passim; inoltre A. Fischer, Daniel Specklin aus Strassburg, 1539-1589: Festungsbaumeister, Ingenieur und Kartograph, Sigmaringen, 1996, passim).

Berlin Ornament Catalogue, nr. 3516; M.J.D. Cockle, A Bibliography of English Military Books, Up to 1642 and of Contemporary Foreign Works, (London, 1978), nr. 789; A. Fara, Il sistema e la città : architettura fortificata dell'Europa moderna dai trattati alle realizzazioni, 1464-1794, (Genova, 1989), pp. 171-174; id., Geometrie della fortificazione e architettura da Borromini a Guarini, in: "Mitteilungen des kunsthistorischen Instututs in Florenz", 45, 1/2, 2001, p. 181, nr. 136; M.D. Pollak, Military architecture, cartography & the representation of the early modern European city: a checklist of treatises on fortification in the Newberry Library, (Chicago, IL, 1991), p. 94, nr. 55; H. Rosenau, The Ideal City in its Architectural Evolution, (London, 1959), p. 54; U. Schütte, a cura di, Architekt & Ingenieur. Baumeister in Krieg und Frieden, (Wolfenbüttel, 1984), nr. 297; W. Oechslin, T. Büchi & M. Pozsgai,  Architekturtheorie im deutschsprachigen Kulturraum 1486-1648, Basel, 2018, nr. 179, pp. 369-370.

 


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