Apparatus ad Historiam naturalem Sanguinis Humani, ac Spiritus praecipuè ejusdem liquoris […] Pars 1. Ex Anglico sermone in Latinum traducebat D.A.M.D. […]. Legato con: Tentamen porologicum sive ad porositatem corporum tum animalium, tum solidorum, detegendam […].

Autore: BOYLE, Robert (1627-1691)

Tipografo: impensis Samuelis Smith, ad insigne principis, in coemiterio divi Pauli

Dati tipografici: Londra, 1684


Due opere in un volume in-8vo (mm. 144x93). [20], 179, [1], 55, [1], 131, [1] pp. Segnatura [π]² a⁸ A-L⁸ M² 2A-C⁸ D⁴ a cui segue: Tentamen Porologicum sive ad porositatem Corporum tum animalium, tum Solidorum, Detegendam […] con segnatura 2A4 B-I8 K2. Frontespizi entro cornice tipografica, presenti piccole annotazioni coeve. Testo ad ampi margini, carta uniformemente brunita (fioriture diffuse in alcune cc.). Cc. M-M2 parzialmente distaccate, alle cc. 2B2-3 piccolo strappo marginale non inficiante il testo. Pergamena coeva rigida con titolo manoscritto al dorso (rilegatura lievemente macchiata).

Prima edizione latine di queste due opere, apparse precedentemente in inglese. L' Apparatus ad Historiam naturalem Sanguinis Humani […] rappresenta il primo studio scientifico sul sangue ed è considerato uno dei testi fondanti della chimica fisiologica. Della seconda si dice che rappresenti l'inizio degli studi sulla pressione osmotica (cfr. Fulton, nr. 150).

Robert Boyle è stato un importante chimico, fisico, inventore e filosofo naturalista irlandese del XVII secolo, famoso anche per i suoi scritti di teologia. Nel 1661 pubblica il The sceptical chymist, considerato come il primo libro di chimica in cui sostiene l'infondatezza delle tesi aristoteliche sulla materia e introduce la tesi atomistica ancora oggi accettata: la materia è formata da particelle e tutte sono costituite da atomi diversi. Boyle è inoltre famoso per la “Legge di Boyle”, in cui si stabilisce che per ogni gas, a temperatura costante, è costante il prodotto della pressione esercitata per il volume occupato. Rara e bella edizione di quello che viene considerato il più importante lavoro medico di Boyle (cfr. Fulton, nr. 146b; Krivatsy, nr. 1709; Morton, nr. 681).


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