La moneta oggetto istorico, civile, e politico. Parti due

Autore: FRANZI, Sebastiano (fl. metà del XVIII sec.)

Tipografo: Giuseppe Galeazzi

Dati tipografici: Milano, 1769


In 4to (mm. 265x195). Pp. [12], 198, [2]. Segnatura: [π]24, A-Bb4. Vignetta calcografica al titolo raffigurante un paesaggio boschivo con al centro un'imponente altura rocciosa e recante in basso un cartiglio con il motto oraziano “Tanti, quantum habeas, sis”. Cartonato coevo cucito alla rustica con titolo manoscritto al dorso (un po' iscurito). Nota manoscritta coeva al risguardo anteriore che attribuisce l'opera al Franzi. Macchia chiara alla p. 49, per il resto ottima copia intonsa con barbe ed in gran parte ancora a fogli chiusi.

 

Rara prima edizione, in primissima tiratura senza la carta finale d'errata e senza la dedica dell'autore al duca di Savoia, datata Pallanza, 5 luglio 1769, che compare solo in alcuni esemplari, di questo trattato di teoria monetaria, pubblicato anonimo, ma dovuto alla penna di Sebastiano Franzi. Per la sua rarità il volume è stato ristampato in forma anastatica nel 1987. Estremamente scarse sono le notizie sul Franzi, di cui non sono noti neppure gli estremi biografici; il presente trattato sembra essere il solo dato alle stampe.

Nelle due parti di cui si compone l'opera, Franzi tratta dei metalli, dell'uso della moneta, del suo valore intrinseco ed estrinseco, dei più comuni errori popolari intorno alla moneta, del valore di abuso (calante e crescente), delle zecche, dei sistemi monetari, dell'abbondanza e scarsità della moneta, del modo di regolarne la circolazione, ecc.

“Ripete il Franzi consistere il valore nella stima delle cose ed azioni, risultante dalla ragione composta della necessità o utilità, della rarità, difficoltà o fatica di procacciarsi le cose medesime. Per la dissomiglianza di queste e delle azioni, nonché per quella delle circostanze che promuovono il giudizio degli uomini, il valore è diverso, e precisamente di tre generi, cioè arbitrario o di affezione; fisico o virtuale; e comune o volgare. Il valore differisce dal prezzo, che è dovuto all'intervento della moneta. Il valore della moneta si distingue in valore intrinseco e valore estrinseco; ed il valore intrinseco è formato dalla stima che delle monete fanno gli uomini per la rarità, difficoltà e fatica di trovare, condurre e purificare la loro materia. Il valore estrinseco è quello che fu chiamato valutazione, o valuta, o valor numerario, o semplicemente numero. Del bisogno come causa influente alla determinazione de' valori, parla così: ‘Il bisogno è un appetito secreto, un avvertimento della natura o delle convenienze del proprio stato, che ci fa sentire la privazione di ciò, che ci manca, e ci porta a ricercarne il godimento. La privazione fatta sentire dalla natura è sempre vera, e reale; quelle delle convenienze alcune volte non è che apparente. Le passioni, le quali sono tutto ciò che affetta vivamente l'animo sopra l'esistenza vera, o opinata di un bene, o di un male, facendo le impressioni adattate alla natura del piacere o della tristezza, muovono alcune volte l'animo stesso per mezzo del sentimento di propensione o di avversione ad abbandonare le idee al soggetto proprie, ed a portare il suo giudizio sopra le accidentali, ed improprie; onde non è meraviglia, che l'uomo falsamente venga a giudicare, che alle convenienze dello stato suo manchino in tutto, o in parte, o non manchino punto certi beni'. Data tal parte all'elemento psicologico, cioè al bisogno quale risulta dal giudizio umano e dall'umana passione, la norma definitiva del valore è naturalmente pel Franzi la domanda e relativa utilità delle cose e la difficoltà del loro conseguimento […]” (A. Montanari, Contributo alla storia della teoria del valore negli scrittori italiani, Milano, 1889, pp. 59-60).

 

Catalogo unico, IT\ICCU\SBLE\015397; Goldsmiths'-Kress, 10584.2; Higgs, 4748; Einaudi, I, 2290; Melzi, II, 206; Cossa, 145; Fondazione Raffaele Mattioli, catalogo della biblioteca, 489; S. Franzi, La moneta, oggetto istorico, civile, e politico. Parti due, a cura dell'Associazione nazionale aziende ordinarie di banche e banchieri, Bergamo, 1987.


[10762]