Vita del cavaliere Bernardino Marliani Mantovano scritta dal P. Ireneo Affò Minor Osservante vice-blbiotecario di S.A.R. [...] Parma, Filippo Carmignani, 1780. [Legato con:] IDEM. Vita di Luigi Gonzaga detto Rodomonte Principe del Sacro Romano Impero, Duca di Trajetto, Conte di Fondi, e Signore di Rivarolo scritta dal P. Ireneo Affò [...] coll'aggiunta delle sue rime di brevi annotazioni illustrate. Parma, Filippo Carmignani, 1780. [Legato con:] IDEM-DE ROSSI, Giovanni Bernardo (1742-1831). Vita di Vespasiano Gonzaga Duca di Sabbioneta, e Trajetto, Marchese di Ostiano, Conte di Rodigo, Fondi ec. scritta dal P. Ireneo Affò [...] con gli Annali ebreo-tipografici di Sabbioneta del signor dottore Giambernardo De-Rossi publ. profess. di lingue orientali, [...]

Autore: AFFÒ, Ireneo (1741-1797)

Tipografo: Filippo Carmignani

Dati tipografici: Parma, 1780


ESEMPLARE SU CARTA FORTE MAGNIFICAMENTE RILEGATO IN MAORCCHINO ROSSO DELL'EPOCA

Tre opere in un volume in 4to (mm. 282x215). I: pp. [16], 61, [3 bianche]. Le prime 16 carte numerate sono rilegate per sbaglio tra le carte della Vita di Luigi Gonzaga. Fregio xilografico al frontespizio. In fine si trova l'Appendice de' privilegj conceduti da papa Pio IV. All'Accademia degl'Invaghiti di Mantova; II: ritratto calcografico di Luigi Gonzaga detto Rodomonte (1500-1532) inciso da Sebastiano Zamboni in antiporta, pp. 157, [1]; III: Ritratto di Vespasiano Gonzaga, duca di Sabbioneta (1531-1591), inciso da Sebastiano Zamboni su disegno di Luigi Niccolini in antiporta, pp. VIII, 168. Variante B con le ultime due carte ricomposte con aggiunta di testo ed eliminazione del permesso di stampa. Gli Annali ebreo-tipografici di Sabbioneta sotto Vespasiano Gonzaga distesi, ed illustrati dal dottore Giambernardo De-Rossi occupano le pp [137]-167. Sontuosa legatura coeva in marocchino rosso, piatti entro duplice cornice dorata con fregi angolari e grande fleuron centrale impressi in oro, dorso a sei comparti con ricchi fregi, tassello e titolo in oro, tagli dorati, risguardi in carta marmorizzata, tre segnalibri in raso azzurro (dorso un po' sbiadito, minime mancanze ed abrasioni). Qualche fascicolo leggermente brunito in fine, ma bellissima copia su carta forte e a grandi margini.

Prima edizione di tutte e tre le opere, ossia la vita del letterato mantovano Bernardino Marliani (1542-1605), quella vita del condottiero e capitano imperiale Luigi Gonzaga (1500-1532) ed infine quella di Vespasiano Gonzaga (1531-1591), fondatore e primo ed unico duca della città ideale Sabbioneta: queste ultime raccolgono in appendice anche le loro rime.

Di notevole importanza sono gli Annali ebreo-tipografici di Sabbioneta, che furono pubblicati sia in appendice alla vita di Vespasiano che in tiratura separata, e vennero anche ristampati ad Erlangen nel 1783 nella traduzione latina di J. F. Roos con un'appendice dell'autore. Mantova e Sabbioneta furono “due città accomunate - fin dall'edificazione della città di Vespasiano (1531-1591), duca di Sabbioneta dal 1577 alla morte - da signorie parallele della famiglia Gonzaga e proprio per questo al centro di un rapporto di attrazione e repulsione articolatissimo e quantomai vario; due città vicine e tuttavia appartenenti, con riferimento ad esempio alle organizzazioni territoriali ecclesiastiche, a diferenti diocesi: Mantova e Cremona […] L'importanza della comunità ebraica della “piccola Atene” [come venne soprannominata Sabbioneta] nel corso del Cinquecento è infatti riassumibile nell'attività di breve durata e luminosissima della stamperia di Tobia Foà (Toviyyah Foa) che, iniziata nel 1551, si concluse nel 1559. Tale importanza affiora con chiarezza ancora maggiore quando si osservi un evento fuori dall'ordinario […]: la pubblicazione a Sabbioneta nell'anno ebraico 5313 - dunque fra il 1553 e il 1554 dell'èra corrente - dell'ultimo trattato del Talmùd babilonese (l'altro testo sacro del giudaismo, oltre alla Bibbia ebraica) a vedere la luce in Italia” (S. Patuzzi, Sabbioneta, città delle due stelle. La Stamperia ebraica Foà (1551-1559) all'epoca di Vespasiano Gonzaga, in: “Il giusto, come palma, fiorirà. Demografia ebraica sabbionetana”, a cura di E. Finzi, Mantova, 2014 pp. 104-105).

Giovanni Bernardo De Rossi fu all'epoca il più grande esperto di lingua ebraica e di altre lingue semitiche ed orientali. Professore di teologia nell'Università di Parma dal 1769, autore di numerosi saggi su codici e manoscritti, ed importanti opere d'argomento biblico ed ebraico, collaboratore di Bodoni nella pubblicazione di “pietre miliari” della tipografia, quali gli Epithalamia exoticis linguis reddita, cui De Rossi premise una lunghissima dissertazione e nei quali compaiono, stampate per la prima volta per merito del De Rossi, svariate lingue (cfr. FF. Parente, De Rossi, Giovanni Bernardo, in: “Dizionario Biografico degli Italiani”, vol. 39, 1991, s.v.).

Ireneo Affò nacque a Busseto il 10 dicembre 1741. Entrato fra i minori osservanti insegnò filosofia e teologia nelle scuole dell'ordine, finché nel 1768 fu nominato professore a Guastalla dall'infante don Ferdinando. A Guastalla visse per dieci anni, facendo fruttuose ricerche nel locale archivio e compiendo studi di letteratura italiana. Scoprì infatti due nuovi codici recanti una lezione dell'Orfeo del Poliziano diversa dalla ‘vulgata' ed apprestò un'edizione dell'Orfeo tragedia di messer Angelo Poliziano (Venezia, 1776). Inoltre nella Dissertazione sopra i Cantici volgari di S. Francesco d'Assisi (Guastalla, 1777) si propose, valendosi di un codice da lui scoperto, di dare una lezione esatta del Cantico delle Creature e di togliere a S. Francesco tutti gli altri cantici a lui erroneamente attribuiti. Compilò quindi per i giovani un Dizionario precettivo critico ed istorico della poesia volgare (Parma, 1777).

Nel 1778, su proposta di P.M. Paciaudi, Affò fu nominato vicebibliotecario a Parma. Nel 1785 successe come bibliotecario allo stesso Paciaudi morto in quell'anno. A questo ufficio si aggiunsero poi quelli di storiografo ducale e di professore onorario di storia nella locale università. Dal settembre del 1781 al maggio del 1782 compì ricerche in archivi e biblioteche a Roma e in altre città d'Italia. Tra il 1785 e il 1787 pubblicò a Guastalla, in quattro volumi, la Storia della città e ducato di Guastalla.

Da questo momento in poi si dedicò esclusivamente alla storia parmense. I cinque volumi delle Memorie degli scrittori e letterati parmigiani videro la luce a Parma tra il 1789 e il 1797. Altra opera di vastissimo disegno, ma interrotta dalla morte dell'autore, è la Storia della città di Parma (Parma, 1792-95, 4 volumi), che non va oltre il 1346 e fu anch'essa, come le Memorie, continuata da Angelo Pezzana, il quale diede inizio al volume quinto che giunge al 1374, lasciato inedito dall'Affò. L'opera è così ricca di notizie e di documenti che fece guadagnare al suo autore il titolo di ‘padre della storiografia parmense'.

Notevolissima, considerando anche le sue numerosi occupazioni di ufficio e di ministero, fu la produzione dell'Affò: non meno di centotrentatrè opere, tra edite ed inedite, e molte per di più voluminose. Oltre alle giovanili rime sacre e profane, serie e giocose, Affò fu autore di numerose biografie, tutte lodevoli per accuratezza e spessore documentario: Vita di Luigi Gonzaga detto Rodomonte (Parma, 1780); Vita di Vespasiano Gonzaga con in appendice gli Annali ebreo-tipografici di Sabbioneta (Parma, 1780); Vita di Mons. Bernardino Baldi da Urbino, primo abate di Guastalla (Parma, 1783, prima bio-bibliografia sul Baldi); Vita della B. Orsolina da Parma (Parma, 1786); Memorie di tre celebri principesse della famiglia Gonzaga (Parma, 1787); Vita di Pier Luigi Farnese primo duca di Parma e Piacenza (Milano, 1821).

Tra le sue numerose opere di interesse storico-artistico, anch'esse ricchissime di informazioni d'archvio ma anche di acume critico, ricordiamo la Vita del graziosissimo pittore Francesco Mazzola detto il Parmigianino (Venezia, 1783 e Parma, 1784); il Ragionamento sopra una stanza dipinta dal celeberrimo Antonio Allegri (Parma, 1794); Il parmigiano servitore di piazza (Parma, 1796), guida tascabile della città di Parma; il Primo abbozzo di un discorso intorno alle arti parmigiane uscito postumo in appendice (pp. 17-47) al primo volume della Storia di Parma di A. Pezzana (Parma, 1837), che rappresenta una sorta di sintesi di altri scritti dell'Affò rimasti inediti, tra i quali quello su Chiese e monasteri della città di Parma (1780) e quello sugli Artefici di belle arti a Parma, ora conservati presso la Biblioteca Palatina. In tutte queste opere Affò dimostrò abilità come ricercatore e indagatore di archivi, ma anche una chiara visione della storia artistica di Parma da lui riscoperta, come dice R. Longhi, “non per boria campanilistica, ma per forza illuminata e asseverativa di autentici capolavori” (Letteratura artistica e letteratura nazionale, in: “Paragone”, V, 1954, p. 13). La fonte di questa sua passione per l'arte ci viene indicata dallo stesso Affò, che in numerose lettere ricorda la sua aspirazione giovanile per la pittura.

L'immenso carteggio dell'Affò, che fu in contatto con tutti i maggiori letterati ed eruditi d'Italia, si conserva presso la Biblioteca Palatina di Parma. Morì a Parma il 14 maggio 1797 di febbre petecchiale, da lui contratta nel prestare i conforti della religione ad un'inferma (cfr. A. Ghidiglia Quintavalle, Affò, Ireneo, in: “Dizionario Biografico degli Italiani”, vol. 1, 1960, s.v.; vedi inoltre F. Bellini, Cenni intorno alla vita e alle opere dell'Affò, Milano, 1941; e L. Modona, Bibliografia del padre Ireneo Affò, Parma, 1898, estratto dall' “Archivio Storico per le Provincie Parmensi”, VI, 1897).

Catalogo unico, IT\ICCU\LO1E\003470; IT\ICCU\LO1E\003468; IT\ICCU\LO1E\003469.


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